La piscina si fa bio, tutti i vantaggi di una soluzione verde e votata al risparmio
Di Daniele GrattieriNegli ultimi anni il mercato delle biopiscine è cresciuto in modo esponenziale grazie ai diversi vantaggi che porta questo tipo di soluzione. Non si tratta infatti di una semplice moda per le tasche che possono permetterselo, ma di una variante ecosostenibile delle classiche piscine che pensa anche al risparmio.
Ma partiamo dalla base: che cos’è una biopiscina? Si tratta di una piscina a tutti gli effetti che assicura la balneabilità al 100%. A differenza delle strutture classiche però si tratta di uno specchio d’acqua ispirato ad habitat naturali dai quali trae ispirazione per il proprio funzionamento. Ogni parte che compone una biopiscina, quindi, punta a essere in comunione con l’ambiente circostante. Non vi è uso di cloro o di altri agenti chimici, i materiali utilizzati preferiscono la sabbia e la ghiaia al cemento, le uniche parti meccaniche sono rappresentate dal sistema di filtraggio.
Dal punto di vista del prestigio che una struttura del genere porta in dote a una proprietà, per le biopiscine vale lo stesso discorso delle strutture classiche: l’investimento aggiunge valore all’immobile. La biopiscina è infatti un optional prezioso che dona un tocco di classe alla proprietà. Non dobbiamo immaginarla come la riproduzione di un angolo di natura selvaggia ma come una meravigliosa piscina a tutti gli effetti, che però ha un basso impatto sull’ambiente circostante.
Quindi come funziona una biopiscina? Il principio cardine su cui si fonda è quello della fitodepurazione, ovvero la depurazione delle acque in modo naturale. Pensiamo ad esempio a un laghetto di montagna, al filtraggio di queste acque concorrono la formazione geologica del suolo e la presenza di vari organismi essenziali al processo. Lo stesso avviene in una biopiscina, dove la fitodepurazione viene riprodotta artificialmente. In queste strutture sono presenti biorganismi che producono ossigeno, che eliminano azoto e fosforo, che tengono l’acqua limpida. Ogni cosa ha un suo ruolo preciso, anche la vegetazione posta in superficie viene scelta appositamente per la capacità di ospitare gli organismi più utili al processo.
Va da sé che descrivere l’immagine di una biopiscina standard risulta difficile essendo queste, potenzialmente, tutte diverse. I biodesigner trovano in queste strutture pane per i loro denti e ogni cosa va stabilità sia dal punto di vista estetico sia da quello funzionale. Diciamo che mediamente queste strutture hanno circa 30 metri quadri di superficie per un metro e mezzo di profondità. Riguardo all’arredamento invece, ripetiamo, le possibilità sono pressoché illimitate.
Ma veniamo al punto: perché scegliere di costruire una biopiscina? Come abbiamo già detto scegliere una piscina versione bio significa fare un favore all’ambiente, ma anche a se stessi. L’acqua infatti risulterà priva di qualsivoglia agente chimico, che non andrà a impattare sulla nostra cute.
Inoltre, non bisognerà più acquistare cloro e altre sostanze per regolare ph e limpidezza dell’acqua, con notevole risparmio di tempo e denaro. I costi in generale sono sensibilmente inferiori: gli impianti meccanici sono ridotti e quindi anche la spesa di installazione e manutenzione.
La biopiscina tende a gestirsi da sé, essendo fedele a un habitat naturale. Ad esempio non sarà necessaria chiuderla in inverno per riavviarla con la bella stagione, visto che con il clima rigido si autoregola di conseguenza per poi “rifiorire” in estate.
Non meno importante è il minor carico burocratico necessario per installare una biopiscina in termini di permessi e autorizzazioni. Infatti sono necessarie solo la S.C.I.A. (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) o la D.I.A. (Dichiarazione Inizio Attività), ma è sempre buona norma informarsi sui regolamenti edilizi vigenti nel comune di appartenenza.
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